Mentre l’attuale sindaco di Seveso continua a sostenere il folle progetto dei sottopassi, i suoi predecessori – Davide Meardi (Sindaco tra il 1961-1970 e, ancora, dal 1989 al 1994), Francesco Rocca (1970-1980), Giuseppe Cassina (1980-1985), Giancarlo Orsenigo (1985-1989), Giordano Cassetta (1994-1998) – prendono carta e penna e scrivono al ministro Di Pietro, a Formigoni e a Cattaneo per ribadire la convinzione, che condivido, che sia meglio provare a interrare il tratto cittadino delle Ferrovie Nord. Scrivono i primi cittadini: «L’interramento del tratto di Seveso […] si è manifestato con sempre maggiore evidenza essere l’unica possibilità anche a seguito dell’irrompere dell’evento inquinante della azienda di Meda Icmesa, nel 1976, che ha irrimediabilmente sottratto alla città una parte importante del suo territorio. La decisione di Regione Lombardia di realizzare l’ammodernamento della linea attraverso la realizzazione di sottopassi, al fine di eliminare i passaggi a livello, trova oggi Seveso con una carenza di spazi tale da escluderne l’applicabilità. Inoltre, da progetti di fattibilità realizzati negli anni ’80 da tecnici di Ferrovie Nord e confermati negli anni ’90 da progettisti della stessa Regione Lombardia, nonché da altri studi indipendenti effettuati durante le nostre amministrazioni, era già emersa la possibilità di realizzare un’opera di interramento del tratto di Seveso attraverso una trincea coperta, mantenendo in vigore l’esercizio ferroviario […]. Questa possibilità esiste tuttora». Mi auguro che la maggioranza che governa la nostra Regione non sia sorda nei confronti di un appello ragionevole e misurato e che consenta almeno di finanziare la valutazione dei costi e lo studio di fattibilità dell’interramento, prima di autorizzare la realizzazione dei sottopassi. Seveso lo chiede e ha tutte le ragioni del mondo per farlo.

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