La nuova campagna di comunicazione dell’Alfa Romeo ha come protagonista un bradipo, che prende velocità soltanto nel momento in cui salta sulla sua 147. Un bel soggetto, all’insegna della sbradipizzazione e del motto "Stay alive" (www.stayalive.it), talmente azzeccato che ci ricorda la vicenda dell’Alfa di Arese. Anche qui, per anni, i bradipi sono stati al lavoro e, tra di loro, si sono distinti i bradipi regionali. Promesse, accordi e grandi progetti finiti puntualmente nel nulla, mentre si prorogava la cassa integrazione e l’incertezza per i lavoratori rimasti (ancora ce ne sono 347 in attesa di risposta). Una brutta storia lombarda, che si intreccia con le campagne ambientaliste (leggi: idrogeno) e con il progetto del Polo per la mobilità sostenibile che avrebbe dovuto trovare sede all’interno dell’area da 2 milioni di metri quadri dello stabilimento di Arese. Il modello Formigoni, proprio a partire da Arese, dimostra la sua lentezza e inadeguatezza, nel gestire i processi di riconversione industriale e nell’aggredire il tema dell’inquinamento. Come se, appunto, avessimo dei bradipi al governo regionale. Ma la pubblicità ci spiega che anche i bradipi possono essere soggetti a straordinarie accelerazioni: e così, dopo tanti anni di inerzia, pare che un progetto regionale ci sia e che questa volta verrà anche realizzato. Prevede che sul 50% dell’area si possa costruire, un po’ per il ‘residenziale’, un po’ per il ‘commerciale’. Ovviamente ci opporremo con tutte le nostre forze a un simile disegno, ma che l’Alfa finisca con il diventare un centro commerciale alla periferia di Milano è un fatto tremendamente formigoniano. E, purtroppo, pensando agli ultimi dodici anni, tremendamente lombardo. Stay alive, Arese.

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