Quei geniacci di Sky Sport hanno chiamato la trasmissione in cui si commentano le partite della serie cadetta «B come Berlino», per segnalare che si tratta – grazie alla Juve, ma anche ad altre belle squadre che stanno giocando molto bene – di una B, appunto, di prestigio. In realtà, tutti sanno che la lettera della seconda divisione del calcio italiano è più facilmente associabile a Bari, Bologna e Brescia (e tutt’al più a Bucchi, che anche oggi ha segnato che pareva Maradona). E, in B, hanno trovato posto un sacco di altre B, l’iniziale di qualcuno che a Berlino c’era, Buffon, e quella di qualcuno che chissà se mai ci arriverà (la difesa bianconera contemplava oggi anche Balzaretti, Birindelli e Boumsong). Ma, per rispettare la storia di uno dei calciatori più affascinanti del calcio italiano, ci voleva proprio che la duecentesima rete Alessandro Del Piero la segnasse contro il Frosinone (F, come Francia?). E ci voleva che la segnasse partendo dalla panchina, come spesso gli capita, con un gol di precisione e di fortuna, preceduto da un palo di quello straordinario calciatore che risponde al nome di Pavel Nedved (qualcuno dirà che c’era anche un fuorigioco ed è vero, tra l’altro, ma per una volta lasciamo da parte le polemiche). E che succedesse al Comunale, dove la Juve gioca il suo campionato atipico, per rimarcare il fatto che è davvero storica, come quello stadio, l’eventualità che un calciatore arrivi alla duecentesima rete con la stessa maglia (gli altri nella classifica sono Meazza, Nordhal e Altobelli, per capirci). Oltre ai 200, oggi si festeggiano in qualche modo le vittorie e le sconfitte, i momenti esaltanti e le difficoltà di un calciatore che ha segnato il calcio e la storia di chi ha quasi la sua stessa età e si è convinto nel corso del tempo che sotto sotto ci sia qualcosa di magico, in quella vicenda che oggi celebriamo. Si chiama Alex e fa parte della nostra storia. Piccola e personale quanto si vuole, ma nostra.

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