Ho scelto questo titolo alla Piero Chiara per raccontarvi una storia lombarda. Siamo a Briosco, un piccolo Comune della Brianza collinare, nel cuore della Regione. Come ha segnalato più volte il sindaco, Andrea Folco, internet, nella cittadina brianzola, non arriva. Ovvero, c’è solo il modem a 56k, che se ti arriva un’email con allegato puoi stare lì anche delle ore ad aspettare che il tuo computer la scarichi. L’Adsl è un miraggio, a causa della vetustà della centrale locale della Telecom e a causa dello strano regime che hanno le telecomunicazioni in Italia. Dove convengono – al gestore – vengono promosse e diffuse. Dove non convengono, si va a 56k. Da un’indagine più accurata si scopre che il caso di Briosco è tutt’altro che isolato. Quasi la metà dei Comuni della Brianza non sono raggiunti interamente dalla rete Adsl. Succede a Besana, dove i problemi riguardano il centro cittadino. Succede a Carate, dove il problema riguarda le zone più lontane dal centro. La Regione sostiene che l’87% della popolazione lombarda è raggiunta da servizi evoluti. Ma in quell’87% dobbiamo contare i capoluoghi e le grandi aree urbane. I Comuni più piccoli, nelle zone montane come nella Bassa, si devono, spesso, arrangiare. La promessa di metterli tutti in rete entro il 2008 non sarà ovviamente rispettata. La nostra proposta è allora quella di promuovere alcune iniziative di segno contrario. Il lavoro di Teanet a Mantova e Cremona (lì il titolo, in positivo, sarebbe: il wi-fi di Curtatone, dal sapore risorgimentale hi-tech). Un progetto di ASM a Brescia per l’uso della rete elettrica per le telecomunicazioni. La possibilità che ogni Provincia, quando lavora ad una strada, si chieda se sotto passano la fibra o i cavi dell’internet veloce e, dove non passano, intervenga per far posare le canaline. Perché a Briosco un’azienda per scaricare un progetto deve aspettare tutto il giorno. Ed è un giorno buttato via.

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