Speravamo fosse finito il tempo dei piani antismog, che da anni si dimostrano inefficaci. Purtroppo il neo-assessore Pagnoncelli (che ha sostituito il mitico Zambetti) promuove un documento che fa dietrofront sui blocchi senza offrire reali alternative. Perfettamente inutile è stato chiedere per un anno intero che si rivedesse il concetto delle aree critiche per costruire un’unica grande area omogenea, all’interno della quale concertare le azioni, da assumere poi in modo unitario, con Comuni ed enti locali. Avevamo chiesto che si introducessero norme per il trasferimento del traffico su gomma verso il trasporto collettivo o ecologico, partendo dalle limitazioni del traffico nei periodi di superamento delle soglie di inquinamento ma anche del potenziamento e dell’integrazione della rete ferroviaria, ferrotranviaria e di autobus e corriere con le arterie di grande traffico, connesse attraverso parcheggi di corrispondenza. Sottolineavamo l’utilità di un piano per i periodi di alto inquinamento, con tariffe agevolate di parcheggi e mezzi pubblici per spostare il traffico sul trasporto collettivo. Ancora, avevamo proposto norme per il risparmio energetico, a partire dalle tecniche di costruzione delle nuove abitazioni, e l’investimento di risorse per aumentare le piste ciclabili e una mobilità soft. Il piano è invece peggiore di quello dell’anno scorso, con il riconoscimento nei fatti dell’inefficacia della cabina di regia tra Regione ed enti locali e con il ritorno alle misure sui caminetti a legna (ma solo per chi si trova al di sotto dei 300 metri di altitudine). Oltretutto sono stati ridotti gli stanziamenti per le fonti rinnovabili e per il “miraggio” dell’idrogeno. Anche le misure strutturali -di cui abbiamo parlato in un post precedente – con cui si dovrebbe integrare il piano si sono dimostrate un bluff. Chiediamo al nuovo assessore di avere più coraggio e di mostrare responsabilità, partecipando attivamente alla costruzione di una legge condivisa che finalmente superi le logiche delle misure temporanee in favore delle misure strutturali di cui tanto necessita questa regione. Perché le politiche anti-smog della Regione Lombardia ci consentano di tutelarci anche dal fumo negli occhi che proviene dalla Giunta regionale.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti