Il commento di Roberto Formigoni sulla legge urbanistica votata ieri è rivoltante. Minacciando di accompagnare a Monza il candidato del centrodestra che «sfratterà» Faglia, Formigoni si abbandona al più insultante dei commenti: «la sinistra ha alzato i toni allo scopo di coprire la sua incapacità amministrativa» perché «in tre anni non ha saputo far approvare al consiglio il piano regolatore adottato». Il taglio delle salvaguardie «è previsto dalla legge nazionale», ripete Formigoni. Ora, segnalo per l’ultima volta la falsità di queste affermazioni. Per prima cosa, il piano regolatore adottato non era approvabile non solo perché scandaloso (ricordo, en passant: 220.000 metri cubi sulla Cascinazza), ma perché è stato bocciato in tutte le sedi possibili e immaginabili dalla stessa giustizia amministrativa (“fortemente imperfetto” lo ha definito il Tar della Lombardia, la stessa regione di Formigoni, mi pare, che l’ha sospeso per tre volte perché non era conforme alla legge 1 del 2000 relativamente all’avvio dei procedimenti, perché non conforme alla legge 1/2001 in quanto non conteneva il Piano dei servizi e carente della regolamentazione della materia commerciale ai sensi del regolamento regionale 3/2000). Da subito l’amministrazione già da fine agosto 2002 (Faglia era stato eletto nel giugno dello stesso anno) aveva avviato una procedura di adeguamento del piano, ma nel 2003, resasi conto che il tenore delle modifiche era molto rilevante, aveva avviato anche il procedimento della revisione generale del PRG che era terminato con l’approvazione a fine dicembre del 2004 proprio con la nuova proposta di piano. Arriviamo così al secondo punto. Monza avrebbe già il piano regolatore se l’anno scorso Formigoni non avesse fatto una legge apposta – il comma 2 dell’articolo 25 della legge 12, presidente si vergogni – per rendere impossibile al Comune una cosa banale, che ora Formigoni stesso rimprovera a Faglia: variare il piano regolatore. Terzo, la normativa nazionale è così da più di quarant’anni e questa legge sui 1545 Comuni della Lombardia riguarda solo Monza, non ha nessun valore per il futuro e non ha alcuna rilevanza. Se non ci fosse Monza, quindi, la norma non sarebbe applicabile a nessun caso. La Regione Lombardia sulle salvaguardie ha sempre avuto una norma più restrittiva, di cui si è sempre vantata e che ha ribadito anche l’anno scorso (!). Se quest’anno ha deciso di cambiarla, è stato soltanto per fare un favore a Berlusconi, visto che Monza aveva già riparato al torto del 2005. Non lo dico io. L’ha detto Giulio Boscagli, capogruppo di Forza Italia. Che è anche il cognato di Formigoni. Un po’ come Paolo è fratello di Silvio. Ma una legge regionale, ne siamo certi, cancellerà, dopo le salvaguardie, anche le parentele.

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