Italia-Francia. Un classico e, insieme, un thriller. Le ultime volte, è
andata male. Il rigore di Di Biagio, sulla traversa, a Parigi, nel
1998, in una partita in cui Baggio entrò tardissimo e per poco non
segnò una rete strepitosa, con un tiro al volo a incrociare dalla
destra. E, nel 2000, il recupero con la rimonta e il golden goal del golden boy francese (e un po’ argentino),
David Trezeguet, al termine di una partita in cui eravamo avanti fino
agli ultimi secondi degli ultimi minuti di recupero. Domenica non ci
sarà il golden goal, e probabilmente non ci sarà nemmeno Trezeguet. La
cabala dice dodici: 1970 finale persa, 1982 finale vinta, 1994 finale
persa, 2006 finale… Chissà se sarà vero. Intanto, si può notare come
entrambe le squadre non siano affatto giovanissime, e curiosamente rappresentino
perfettamente la mia generazione, di più: la mia classe. Tutti i
giocatori hanno più o meno trent’anni. I francesi sono europei fino ad
un certo punto: sono piuttosto la squadra “microcosmo”, che da sola
riassume e rappresenta l’intero pianeta, costituita com’è da giocatori
che vengono da tutte le parti dell’orbe terraqueo. Conterà, oltre
all’esperienza, anche la qualità. Lippi lo sa e ha dimostrato di
ricordarlo in semifinale, quando si è giocato tutti i pezzi pregiati
per chiudere la partita: alla fine di un Mondiale conta molto la
qualità dei giocatori. E la capacità di fare gruppo, in cui la nostra Nazionale eccelle, mentre sul piano tecnico le due squadre sono alla pari, con i soliti Zizou e Henry a far paura. Ultima curiosità:
l’Italia sarà azzurra e la Francia bianca. Speriamo che la “camiseta
blanca” come quella del Real costringa Zidane a giocare male, come ha
fatto a Madrid per tutto l’anno. La cosa più curiosa è però che a me l’Italia di oggi ricorda la Francia di Platini, e mi ha colpito che anche Mura, nel gioco di accostamenti che abbiamo segnalato, abbia voluto vedere molte affinità tra gli italiani di oggi e i francesi di allora. Esce Tigana, entra Gattuso; Del Piero per Giresse; Zambrotta per Amoros. E che Totti faccia il Platini, per favore. Per vincere.

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