La partita monzese è molto delicata. Il gioco degli avversari della città è molto semplice: in Regione una maggioranza bulgara vota senza accettare alcun emendamento una legge regionale che toglie le salvaguardie e espone Monza alla possibilità che possa costruire Paolo Berlusconi alla Cascinazza e altri, numerosi operatori a S. Albino, S. Fruttuoso, lungo viale Libertà. A Monza, l’opposizione che si serve di un filibustering dichiarato minaccia di presentare centinaia di migliaia di emendamenti – qualcuno dice un milione, in una corrispondenza perfetta con i metri cubi che arriverebbero sulla città – per bloccare i lavori dell’aula e rendere operativa la speculazione edilizia. Uno schema molto semplice, provato in allenamento, potremmo dire, lo scorso anno, quando la Regione approvò, nell’ambito della legge 12, il comma 2 dell’articolo 25 che impediva a Monza di variare il piano regolatore. Un piano regolatore che stava per essere portato in Consiglio comunale e che è stato, a partire dall’approvazione della suddetta legge, tradotto seguendo i criteri e i canoni previsti dal nuovo strumento urbanistico previsto sempre dalla legge 12. La città ha perso un anno, ma ora ci troviamo nella stessa situazione. L’unica cosa che non avevano previsto i commissari tecnici di Forza Italia è che il gioco è troppo scoperto, ‘telefonato’ e la città – com’era già successo nel 2002 – si indigna e si indignerà. Fossero seri, punterebbero sulle elezioni del 2007 per presentare la loro di proposta urbanistica. Ma a un’opposizione che in aula mangia anche la pizza e che blocca i lavori del Consiglio tutte le sere questo non interessa. Monza, comunque, saprà reagire e voglio rassicurare anche l’anonimo che scrive a questo sito che non c’è alcun atteggiamento remissivo da parte di una maggioranza che ha dimostrato di avere a cuore la città. Dispiace per un’opposizione – a cui non andrebbe male il prefisso marxiano Lumpen – che non ha ancora capito che una cosa sono gli interessi della città, altra gli interessi di qualcuno.

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