Governo Prodi: finalmente si parte. Il governo è di alto profilo, non c’è dubbio. E’ assicurata la rappresentanza a tutte le formazioni politiche dell’Unione. D’Alema agli Esteri può aprire una fase nuova della nostra politica internazionale. La scelta di Rutelli alla Cultura è altrettanto significativa, per dare una nuova missione a questo Paese, dimentico delle proprie ricchezze e della propria straordinaria bellezza. Di Pietro alle Infrastrutture e Bersani allo Sviluppo costituiscono altri due elementi che ritengo, per motivi diversi, di grande valore. Note dolenti: le donne sono troppo poche e tutte – tranne la Turco – senza portafoglio. La più giovane dei ministri è Giovanna Melandri (che però era ancora più giovane 8 anni fa). Della Lombardia c’è una rappresentanza minima (Pollastrini) in una delega non proprio strategica (le pari opportunità). Il governo nel suo insieme sa troppo di déjà vu nelle figure che lo compongono, con poche novità. Speriamo che la continuità rispetto alle precedenti esperienze del centrosinistra non ostacoli quel rinnovamento che tanti auspicano e che è sempre più necessario.

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