L’eterno ritardo dell’uguale ovvero "Monza, la città di Teodolinda, a soli 40 minuti da Milano"

Continua la mini-Odissea di Trenitalia. Stamattina ho cercato di prendere l’8.55 (Monza-Milano centrale). Ero un po’ in ritardo, per non sembrare troppo rigoroso con Trenitalia. Alle 9.05 mi presento in stazione e come previsto il treno non era ancora arrivato (come una bella signora, Trenitalia si fa sempre attendere). Il convoglio era segnalato con 20 minuti di ritardo. Dopo il primo scoramento, accompagnato dalle lamentazioni dei compagni di sventura, d’un tratto, come per un’improvvisa illuminazione, ho capito. La mossa di Trenitalia assumeva un significato diabolico . Infatti con 20 minuti di ritardo l’8.55 raggiungeva il 9.16, in una sorta di staffetta per cui il treno prima arriva alla stessa ora del treno dopo. Se ci pensate è geniale e da lì potrebbe arrivare la soluzione a tutti i nostri problemi. Riecheggiando Venere (la stella della sera è anche quella del mattino), l’ultimo treno previsto per la notte, diventerebbe il primo della mattinata, in un circolo perfetto, in una continuità senza salti, in un trionfo della circolarità e dell’eterno ritardo dell’uguale. Peccato che il meccanismo non sia perfetto e che il treno abbia accumulato altro ritardo, arrivando addirittura dopo l’orario previsto per quello successivo: il tragitto dovrebbe essere di 10 minuti, mentre sono arrivato in Regione alle 9.40. Però la strada è indubbiamente quella giusta…

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