Mentre Neri Marcorè e Ricky Tognazzi corrono sulla banchina in attesa di tempi migliori, Trenitalia polverizza tutti i suoi precedenti record, infilando una serie di ritardi strepitosi, almeno secondo il mio personale osservatorio. Milano-Lecco delle ore 18.00 di giovedì scorso: arrivo a Monza con più di trenta minuti di ritardo. Viaggio a Firenze, Eurostar, per assistere alla conferenza programmatica DS: andata 15 minuti, ritorno 45 minuti di ritardo (mi sembrava strano…). Ma sono certamente io ad essere sfortunato. Nel frattempo, ecco i primi dati sui rincari di Trenitalia e sulla rivoluzione degli orari. Milano-Loano, viaggio tipico per i milanesi. Una volta si prendeva l’interregionale delle 12 e 15 e dopo 3 ore e 14 si arrivava a destinazione. Costo dell’operazione 10,12 euro. Senza cambiare. Con la revolution dell’intercity, si prende un IC plus alle 12 e 10 fino a Genova, dove si sale su un regionale. Totale: 3 ore e 25 e 19,56 euro di spesa (!). Anziché promuovere la cura del ferro, qui si sollecita la popolazione all’uso dell’auto. Anche perché la rivoluzione di Trenitalia coinvolge non solo i soliti pendolari, ma tutti i viaggiatori (soprattutto le famiglie). Quando si dice l’estensione delle opportunità. Intercity per tutti, con uno slogan – e la conseguente e immediata fregatura – di sapore perfettamente Berlusconisch.

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