Conclusa la vicenda consiliare con la votazione di PRS e DPEFR come se fossero delibere di un consiglio di circoscrizione, nel disinteresse più totale dei consiglieri di maggioranza (accorsi precipitosamente soltanto per votare), la Regione Lombardia lancia la propria sfida allo smog, con il piano presentato dall’assessore Zambetti (l’uomo del termostato, di cui abbiamo già parlato) e approvato in queste ore dalla Giunta regionale. Un piano migliore di quelli precedenti, che tiene conto di alcune indicazioni che i DS hanno sempre promosso: coinvolgimento di Comuni e Province (ancora troppo poco, per la verità), pianificazione degli interventi con le altre Regioni dell’area padana (meglio tardissimo che mai), misure strutturali per la sostituzioni di caldaie e motori inquinanti (non finanziati a sufficienza, ma tant’è). Il problema è che non sembra trasparire dalle azioni e soprattutto dal loro finanziamento il carattere di assoluta urgenza che ha assunto il problema dell’inquinamento in Lombardia. Si dovrebbe recuperare il tempo perduto e accelerare i processi e invece si invita alla calma e a considerare eccessivi non i livelli di inquinamento ma i parametri che ne stabiliscono la gravità. Per questo ho proposto che i DS e l’Unione diano un significato politico alle domeniche senza traffico (la prima è il 13 novembre) con iniziative e proposte qualificanti, che inquadrino il problema in un piano di azioni e di interventi ben più vasto che avremo il piacere di presentare ai cittadini lombardi. Anche perché ‘piano piano’, questa volta, si rischia di non arrivare da nessuna parte.

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