Piazza di Camini, provincia di Reggio Calabria, a due passi da Riace. 250 abitanti nel centro storico. Quasi 120 rifugiati. Si cena insieme, in piazza, davanti al Comune.

Rosario è tornato proprio oggi da Toronto, Canada, con sua moglie, dopo aver vissuto per anni in Argentina, dove la sua famiglia era emigrata quando lui aveva solo tre anni. Parla castellano e calabrese. Il sindaco gli promette una foto con la fascia tricolore. Lui scherza: dovevo tornare, prima o poi, sono 68 anni che sono via!

Alle sue spalle le volontarie e i volontari dell’accoglienza, venute a Camini da mezzo mondo, un centinaio quest’anno, perché sentono parlare in continuazione in tv del problema delle migrazioni tra Africa e Europa, ci spiegano, e vogliono dare una mano e capire che cosa accade. Dal Giappone, dall’Australia, dagli Usa, a loro spese, partecipano al programma di accoglienza e inserimento dei richiedenti asilo.

I ragazzi del posto ci dicono che in quella parte d’Italia l’argomento più frequentato è: partire. E se qualcuno si ferma è proprio perché altri arrivano e ci sono progetti come quelli dell’accoglienza, ormai disseminati lungo tutto questo tratto di costa jonica.

Anche Maria Stella, originaria di Camini, è tornata dopo un periodo di studio e di lavoro altrove, in Italia, per contribuire a questo progetto, cogliendo l’opportunità che le si è presentata lo scorso anno.

Quando Rosario, che è stato protagonista della rinascita del borgo di Camini, ci accompagna attraverso le viuzze e le piazzette per farci visitare le strutture risanate del centro di accoglienza diffuso, ci raggiunge Mohammed, un bambino che va in quinta elementare. Ospite della comunità di Camini insieme ad altri cinquanta siriani, che hanno raggiunto il paese calabrese attraverso i corridoi umanitari, Mohammed vieni da Idlib, dove c’è tanta guerra, dice. È lui a darci il benvenuto.

Intorno a lui edifici ristrutturati, botteghe e laboratori, appartamenti recuperati al degrado, luci che si accendono nella notte dell’entroterra calabrese.

Qui la propaganda sembra così lontana, laggiù, in fondo, sommersa dal buio, come le parole cattive di un mondo senza memoria e senza umanità. Camini è piccola, ci diranno. Proprio vero: come il mondo.

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