Articolo pubblicato su Ossigeno, la rivista di People.

C’è un equivoco sui pacifisti che prosegue da quasi due anni, e forse da prima. Che starebbero con Putin e con Hamas e che darebbero via libera al terrorismo, anche. La verità è che i pacifisti sono i primi a essere contrari all’uso delle armi – per definizione – e quindi per prima cosa sono proprio contrari a invasioni, esecuzioni, omicidi e stragi. I pacifisti pensano in generale che con le armi e con la guerra non si risolva mai un problema, se non in favore del più forte e spesso del più spietato. I pacifisti non credono alla legge del taglione, al meccanismo politico della vendetta, alla distruzione di vite e di popoli in funzione di chissà cosa, forse soltanto di altre distruzioni di vite e di popoli.

Se non continuassimo a fraintenderli – un fraintendimento interessato – capiremmo che ciò che sta succedendo a Gaza non solo è inaccettabile in quanto tale ma provocherà soltanto altra devastazione, in una spirale che il Medio Oriente e quindi il mondo intero conosce da tempo. Si può far finta di non vedere, come è stato fatto in Siria, si può cercare l’estremo equilibrismo, come sta incredibilmente facendo non solo la destra ma anche parte della “sinistra”, ma l’intervento militare e ancora di più le stesse intenzioni strategiche dichiarate mirate alla distruzione totale di Gaza non hanno alcuna giustificazione né alcun senso, se non fuori dalla politica e dalla civiltà. La rappresaglia, potenziata e indiscriminata, non è mai una virtù: ci si indigna per le vittime civili incolpevoli e quindi non si dovrebbero fare altre vittime civili incolpevoli. Peraltro in un numero esponenzialmente superiore.

So benissimo che affermarlo è ovvio, ma questa ovvietà non la troviamo nei titoli dei giornali e nelle prese di posizione di molte forze parlamentari. Perché la sensibilità della nostra politica si è offuscata, ormai parecchio tempo fa. Perché la cultura politica di un tempo è andata perduta, perché hanno vinto gli altri, quelli che risolvono i problemi con l’uso della forza e ci hanno convinto che solo così si può fare. Anzi, solo così si deve fare. Incuranti delle conseguenze, i bellicisti hanno preso tutto lo spazio o quasi. E nemmeno di fronte a questo scempio sembra imporsi non solo la cautela, ma la necessaria condanna. Una condanna che dovrebbe essere universale.

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