Articolo pubblicato su Ossigeno, la rivista di People.

«Amo il colore giallo». Così Maurizio Cattelan a proposito della vernice che gli attivisti hanno tirato sul suo dito medio. Un dito medio alla seconda potenza: la mano di Cattelan ha la posa del saluto romano con le dita tagliate. Rimane solo il medio, appunto, cordialmente rivolto al capitalismo finanziario, obiettivo polemico anche dei ragazzi “imbrattatori”.

Nella migliore delle metafore possibili, mentre gli ecologisti indicano la luna – ovvero la terra, in questo caso –, i commentatori guardano il dito. Medio. E non si rendono conto di quanto sia grottesco tutto quanto.

Il governo si affida al Ministro dell’Interno: «Abbiamo un tavolo aperto per una riflessione sulla necessità di interventi normativi che, sia con strumenti penali che di sicurezza, possano tenere conto di queste situazioni che ultimamente si sono affacciate nella nostra realtà. Sarà quello il luogo dove faremo le giuste considerazioni».

Il luogo dove faremo le giuste considerazioni non è il Consiglio dei ministri in seduta permanente per affrontare i cambiamenti climatici, ma un tavolo sulla sicurezza. Non quella del pianeta o della specie, no: quella delle superficie lavabili. Così si lava via tutto, all’insegna del “washing” stricto sensu.

Mentre i ragazzi imbrattano, la politica imbrutisce, rimanendo a livello superficiale (appunto) perché non sa o non vuole intervenire in profondità. Del resto, la guida politica del Paese è una negazionista dei cambiamenti climatici, felice di essersi opposta per anni al «fanatismo» di Greta e dei ragazzini che sporcano.

Le cose non andranno a finire bene.

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