All’insegna della regola delle 48 ore, arriviamo oggi a commentare ciò che è accaduto sabato a Roma e le reazioni delle ore successive. Rileggendo Marcia su Roma e dintorni, che vi consiglio caldamente, che siamo quasi al centenario.

Yo soy Giorgia sta cercando la matrice, il mondo democratico scopre con qualche anno di ritardo che le organizzazioni neofasciste andrebbero sciolte, Salvini è antifascista ma. Tutto come previsto.

Ciò che forse non si comprende lo scriveva oggi sulla Stampa Donatella Di Cesare e me lo diceva un amico intelligente al telefono, a cui arrivo con alcune premesse.

Perché la questione fascista c’è eccome ma, come già prima del Ventennio, sarebbe interessante indagare le cause – la matrice! – e non fermarsi alle dichiarazioni del giorno dopo.

La situazione è stordente: persone che denunciano la dittatura assaltano le sedi sindacali con citazione perfetta dell’unica dittatura che l’Italia abbia conosciuto.

Leader che chiedevano per sé pieni poteri prima della pandemia, denunciano – stando al governo – lo strapotere del governo.

Nelle terre dell’impresa e del lavoro le persone non si vaccinano: nel Veronese sono 40.000 i lavoratori senza Green Pass, scrive l’Arena. Nemmeno i tamponi.

In pochi mesi si sono dimenticati della clausura, del crollo dei fatturati, della cassa integrazione e soprattutto dei morti e dei malati e delle vittime.

Discettano di biopolitica al bar, senza mascherina.

Un anno fa tutto tornava a chiudersi ma che cosa importa. Sani con il vaccino degli altri, «finché non ci obbligano!».

«Ci private della libertà!», argomento immediatamente reversibile, perché se tutti avessimo fatto come loro liberi saremmo molto meno.

C’è da disperarsi.

Quello a cui assistiamo – diceva il mio amico saggio – è ciò che succede a un Paese che diventa sempre più povero, più diseguale e più ignorante. Soprattutto se quelli che stanno meglio relativizzano per narcisismo e interesse.

È la storia d’Italia degli ultimi trent’anni, almeno.

Credo che c’entri – aggiungeva – anche la crisi dei partiti e della rappresentanza. La lotta per il potere che poi non si sa esercitare, la propaganda al posto dei programmi. Tutta roba che è sfociata nel commissariamento del Parlamento a cui stiamo assistendo da troppo tempo, ormai.

Aggiungevo che è anche il terrore per la distopia che verrà e che in verità stiamo già vivendo, perché tutti ossessionati dal Green Pass mentre siamo tracciati per ogni singola cosa che facciamo, da una generazione almeno. Ma Google e Facebook ok, mentre la Repubblica italiana no, nemmeno se lo fa per protezione e cura.

Detto ciò grazie al Pd che è al governo da dieci anni più o meno ininterrottamente, con Minniti sulla scrivania di Mussolini e tutta la retorica anti-antifascista che ci siamo sorbiti, ora scioglieranno Forza Nuova e magari pure Casapound.

Il problema però sta nelle cose e nella società, non volerlo vedere è agghiacciante, come quel livore che striscia e che ci rende – quello sì – meno liberi.

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