Il vero (?) Vassalotti si confessa, in un post su Facebook.

Giuseppe Civati ci scherza su con questa saga dell’Ispettore Vassalotti (inizio anche ad avere paura per la stabilità mentale del mio personaggio, sinceramente) ma davvero mi sta un po’ venendo l’ossessione di capire perché le persone si iscrivono, cosa si aspettano dalla nostra comunità, cosa possono offrire: è la prima cosa da fare, e forse la più importante in questo momento.

Anche perché uno vede i tweet, i messaggi sui social, le mail di notifica delle nuove iscrizioni e non è che riesce a proprio a farsi un’idea delle proporzioni e delle dinamiche che spingono le persone a tesserarsi.

Ecco, in questi giorni sto facendo un po’ di riunioni online (un paio le ho perse, e me ne scuso) con i nuovi iscritti, e un’idea inizio a farmela: un sacco di facce nuove, molto belle, tante idee, una gran delusione per la politica che c’è in giro e una grandissima voglia di partecipare e di cambiare le cose.

Con Benedetta Rinaldi, Carlo Alberto Lentola, Emanuela Amendola, Stefania Silva Corrias e tutti gli altri membri del Comitato Organizzativo (cito quelli a cui ho più rotto le scatole, in questo periodo) sto assistendo alla nascita del nuovo comitato di Possibile a Brescia, a quello di Cuneo, di un altro nel monzese, alla ricostituzione di quello di Trento dopo un lungo periodo di inattività, sto vedendo il Comitato di Reggio Emilia crescere in proporzioni mai viste nei cinque anni in cui sono stato iscritto, non vedo l’ora di conoscere le decine di nuovi iscritti in Puglia e in Umbria.

E queste sono solo le situazioni che sto vedendo io.

È un periodo in cui in politica le cose cambiano molto velocemente: è una legislatura in cui abbiamo visto i leghisti diventare prima meridionalisti e poi europeisti, gli antisistema trasformarsi nei più fedeli frequentatori di Palazzo Chigi, il PD governare con il Presidente del Consiglio di 5 stelle e Lega, Berlusconi diventare un padre della patria.

Di fronte a tutto questo, che una piccola comunità continui a fare il suo lavoro, con più fedeltà possibile ai suoi principi e ai suoi modi di fare, mi sembra una buona notizia. E mi sembra che l’impegno in quella comunità continui a essere la cosa più sensata da fare, indipendentemente da tutto il resto.

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