È trascorso un anno dall’arresto di uno studente egiziano e però bolognese, Patrick Zaki, prelevato al suo arrivo nel Paese di origine come un criminale e detenuto, al di là di ogni logica e al di sotto di ogni umanità, da allora, nelle carceri egiziane.

È il mondo degli affari, dei soldi, delle commesse milionarie, delle armi, non delle persone.

È il mondo in cui c’è ancora qualcuno che scrive: «preoccupatevi degli italiani!», come se non fosse importante salvare la vita di un ragazzo, come se – peraltro – Patrick non fosse uno studente di Bologna, sua città di adozione, il luogo dove farebbe ritorno, una volta libero.

È il mondo nel quale non è considerata «politica» una questione così grande. Forse in ragione della sua stessa enormità.

Dell’iniziativa di People ho già parlato ieri.

People mette a disposizione il libro di Marco Vassalotti, Voglio solo tornare a studiare, come Free (cioè gratuitamente, come pdf da scaricare dal sito Peoplepub.it) e ne farà omaggio nei prossimi giorni a chi ordina anche un solo libro sul nostro sito, all’insegna della circolazione di idee e di battaglie a cui teniamo così tanto.

Oggi permettetemi di ringraziare, oltre a Amnesty International e Riccardo Noury in primissima persona, anche Marco Vassalotti, Beatrice Brignone e tutta la comunità di Possibile, che per un anno, giorno dopo giorno, comunicato dopo comunicato, tweet dopo tweet ha seguito la vicenda oscena che ha riguardato Zaki come se si trattasse di un amico.

Una delle “cause perse” – che speriamo con tutto il cuore che alla fine non si riveli tale – a cui ci siamo affezionati e appassionati, grazie alla costanza di alcuni di noi.

Ci vuole passione ma la passione non è un fuoco di paglia.

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