Quando ho lasciato la guida di Possibile, tutti pensavano che fosse un esperimento finito, che la mancata elezione in Parlamento avrebbe aperto un abisso.

Sono successe tante cose da allora, tanti opportunismi e tante delusioni hanno attraversato questa storia. Ma oggi con Beatrice Brignone Possibile è tornata ai livelli della sua stagione iniziale e con prospettive ancora più appassionanti e ambiziose.

Senza di me. Con un gruppo di ragazze e ragazzi che non avevano niente da guadagnare e niente, peraltro, da perdere.

Che hanno fatto cose bellissime e coraggiose, con poche risorse, senza copertura mediatica, se non quella che si sono dati da soli.

So che l’ispettore Vassalotti non se lo spiega, ma io sì. Dalla mia “meravigliosa posizione” applaudo e spingo, come se fossi ancora un ragazzo, perché, come dissi una volta citando un Professore parecchio famoso, è la banda che conta e conta che si rinnovi, sempre.

Quando abbiamo sbagliato, avuto momenti difficili, la banda era lì.

Quando iniziammo con una campagna referendaria in cui erano convinti di vincere gli altri, la banda estuvo allí.

Quando abbiamo trovato la banda del posto fisso e del collegio garantito – malparidos – a fare le liste, la banda estuvo allí.

Quando abbiamo dovuto ripartire da zero o quasi, la banda era lì. Ed era lì Beatrice.

Quando abbiamo discusso che cosa fare, ci siamo divisi, è stato difficile. Però la banda estuvo allí.

C’è una sola differenza, per noi.

Non è importante ricostituire la banda. È importante che la banda si rinnovi. Sempre.

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