Sono in un centro commerciale a Fano. Ricaricando. A volte ho una sensazione tipo Pane e tulipani, ma non posso abbandonarmi da solo.

Ripenso al PolitiCamp e a Troisi, che se ci fosse Troisi non saremmo ridotti così.

Prendete per esempio questo pezzo, quello della fine del mondo e del minollo.

La Smorfia parla di esclusione, di disuguaglianza, di privilegiati e non. Uno sketch che non è solo uno sketch e che è ancora attuale, anzi di più, profetico. Perché la fine del mondo è alle porte e la prossima arca deve poter caricare a bordo tutti, minolli e no.

Il pezzo parla delle cose di cui ci siamo sempre occupati, mentre gli altri piano piano se ne sono scordati.

A Milano qualche settimana, fa ispirato da un collettivo di ciclisti-scrittori che si chiama Bidon, avevo citato la borraccia, come simbolo politico. Il lavoro di squadra, campioni e gregari, insieme, portatori di borracce – strateghi, quelli con la borraccia, molto spesso.

Un simbolo collettivo di una sfida che non può non esserlo, se vogliamo contrapporre una grande forza al cambiamento in atto, già consumato.

E con la borraccia c’è la squadra.

A questo proposito è iniziata la Casa di carta 3, il Professore, si sistema gli occhiali, e tiene una lezione. Che è in verità un appello.

Quando abbiamo sbagliato, avuto momenti difficili, la banda era lì.

Quando iniziammo con una campagna referendaria in cui erano convinti di vincere gli altri, la banda estuvo allí.

Quando abbiamo trovato la banda del posto fisso e del collegio garantito – malparidos – a fare le liste, la banda estuvo allí.

Quando abbiamo dovuto ripartire da zero o quasi, la banda era lì. Ed era lì Beatrice.

Quando abbiamo discusso che cosa fare, ci siamo divisi, è stato difficile. Però la banda estuvo allí.

C’è una sola differenza, per noi.

Non è importante ricostituire la banda. È importante che la banda si rinnovi. Sempre.

E come dice il Professore questa volta dobbiamo fare rumore. E non perderci dietro a sigle che poi spariscono, ma formare e siglare insieme una grande banda di persone che prendano in mano la situazione.

Senigallia, Alessandria, Solbiate e Venaria ci sono sempre, si aggiungono Agugliano, Campobasso e Parma e tante e tanti altri. Ora tocca anche a loro.

Per farlo possiamo solo preparare la strada, srotolarla davanti ai più giovani. Perché la banda si ricarichi e riparta.

Per questo mi piacerebbe che oltre al Firmamento, per estendere il nostro messaggio, ci fosse Ossigeno, una scuola che sia anche un corso a distanza, che sia anche una dispensa, una rivista, con le istruzioni per l’uso. Contro il disuso di cultura, scienza, idee.

È un fatto politico, prioritario rispetto a tutto quanto. A cui va associata non una generica speranza, no. La volontà politica. Come diceva il solito Saramago.

La volontà, non la speranza. Verso Ravenna, si parte.

 

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