Chi pensava che il 2021 spalancasse le porte di una nuova stagione si è dovuto ricredere in poche ore.

Tutto è ricominciato come prima – lo abbiamo documentato puntualmente – senza alcun costrutto. Abbiamo trascorso mesi e mesi a parlare di cose che non sono accadute e non si è trovata una “misura” quasi su nulla. Piani, contropiani, immuni, statigenerali, taskforce, Colao, Mes, pure il recovery e ora i vaccini («In Italia si procede senza fretta», dicono i titoli di oggi: che cosa volete che sia…).

Ancora si discute di quando se e come riaprire le scuole. Le mezze misure non hanno fermato il dilagare dei contaggi. I pennarelli si sono consumati e confusi nel colore dell’incertezza.

Ieri leggevo che un brillante ministro con ambizioni presidenziali – di qualsiasi tipo di presidenza – aggiungeva alla tavolozza delirante anche la “zona bianca”, per riaprire i luoghi della cultura mentre tutti gli altri rinviavano l’apertura delle scuole. Così, alla garibaldina – eufemismo.

La verità è che questo 2021 non sa letteralmente da che parte cominciare. E forse, come dice Marco Tiberi, è solo un 2020 bis. Che si candida al ter.

«Signor mozzo, io non vedo niente, c’è solo un po’ di nebbia che annuncia il sole, andiamo avanti tranquillamente.»

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