Con Marco Tiberi nel nostro podcast settimanale torneremo a parlarne, oggi, alle 12, dal canale Instagram @ciwati (poi “rimaniamo” anche su Spreaker e Spotify).

Parleremo tra l’altro di questo anno orrendo in cui tutto quello che poteva andare storto è andato stortissimo. Non sarà però una puntata triste, perché abbiamo millemila progetti per il 2021, di cui vi inizieremo a parlare. Cause perse sempre nuove da inseguire e da combattere, storie da raccontare, autori che ancora non conoscete che avremo il piacere di presentarvi.

Nel 2020 People si è salvata, ed è già un piccolo miracolo: è cresciuta tantissimo e il merito è solo vostro, dei 25 lettori che ci seguono ancora e che ancora (!) in queste ore ordinano, regalano e soprattutto leggono i nostri libri.

Ci sono primizie, certo, come il secondo numero di Ossigeno, che inizia a circolare. Il fascino cinghialesco di Andrea Pennacchi. Il romanzo di Marco. L’ucronia di Makkox. La straordinaria rassegna di Johannes Bückler (la seconda, ma anche la prima) che se non la regalate a Natale siete pazzi.

Ci sono i libri nostri e quelli altrui, c’è un lavoro che forse abbiamo imparato a fare, facendo mille errori e soprattutto patendo per la vostra mancanza fisica, se posso esprimermi così.

Perché sono belle le dirette artigianali, le letture ad alta voce e quelle collettive, ma non vediamo l’ora di rivedervi.

Non succederà subito, non succederà presto. Ma succederà. Perché senza l’interlocuzione, la relazione, lo scambio diretto e personale è tutto arido e insapore. Una presentazione, un reading (anche la possibilità di portare Fine in tournée è saltata, mannaggia), un confronto, come quella volta a Gavoi, con mille persone davanti e un caldo “torrenziale”.

Probabilmente a Santo Stefano ci diranno come passeremo il Natale, in questa confusione di informazioni, di ritardi, di incertezze, di norme frammentarie e non risolutive.

Probabilmente ci sarà un nuovo lockdown per qualche giorno o, forse, qualche settimana.

Ma torneremo, e troveremo ogni possibile soluzione, come ripetiamo con lo stesso Pennacchi, con l’associazione Unita, con tutti quelli che si sono mossi perché la cultura non fosse dimenticata: perché ci siete mancati.

«In presenza», si dice oggi, nella neo-lingua dei dpcm. Se ci pensate, è proprio una bella espressione.

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