Dentro di me sono alla fase settordici.

Le ho passate tutte, senza cane e senza balcone: malinconia ebbrezza spaesamento relax cucina intimismo insofferenza netflix speranza angoscia scaglionamento scoglionamento coda attesa e attesa della coda. Rassegnazione.

Siamo a cinquanta giorni e passa. E “non” passa. Si va per la sessantena.

Oggi, però, è la casella dell’ottimismo. Cauto, stoico e insomma guardingo, con lo sguardo a pelo di mascherina e i guanti fin troppo simili a quelli di Dexter.

Vi dirò che da qualche ora sono “positivo”: perché penso che il virus spinga meno e forse mascherine, distanze, semi-lock, caldo, umidità e il proverbiale culo ci daranno dati buoni.

Intanto dovevamo scaricare l’app ma prima di farlo ci ha scaricato lei (dice che arriva il 18? Prima le precauzioni, poi le azioni: lo ripeto da due mesi).

I tamponi salgono ma non dappertutto e con l’automatismo che ci vorrebbe. Anche in questo caso, prima i tamponi poi i bar le gelaterie la toelettatura dei cani i maneggi i velivoli e tutte le cose che di regione in regione hanno deciso di aprire.

Conte nel frattempo fa capire che se i dati saranno buoni in alcune zone si potrà aprire prima del tempo. Come sempre, la cautela è direttamente proporzionale alla speranza che ciò accada davvero.

Nelle stesse ore il casalingo disperato è tornato da dove è venuto e la giornata in Senato si è trasformata in una seduta spiritica, grazie all’intervento di chi ha chiamato in causa i morti per suffragare le proprie teorie. Pessimo.

Oltre agli argomenti da pace perpetua (se ci fosse Kant ci chiederebbe di riaprire tutte le osterie di Königsberg!), una confusione totale, un cortocircuito indecente tra Stato e Regioni, una classe politica che mostra i propri limiti, esasperandoli proprio nel momento peggiore.

Un passo dopo l’altro, però, ne usciremo. E sarà difficile ma appassionante. E in un certo senso nuovo.

Buon Primo Maggio, per chi lavora e per chi tornerà a farlo. Nella speranza che tutto avvenga in sicurezza, per la propria salute, per la propria serenità, per il bilancio familiare.

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