La generazione che si occupa delle prossime, di generazioni, e se ne preoccupa più di quanto non abbiano fatto le precedenti.

La G di Green e Greta, perché i cambiamenti climatici sono già in atto e a mancare sono – ancora – i necessari e urgenti cambiamenti politici. La G di Global, anche, perché sono i processi globali a determinare le nostre vite e sempre più lo faranno.

La G di Giulio, con quel cartello giallo con una scritta nera, per chi si batte per i diritti umani, per gli altri popoli e anche per noi stessi.

Una generazione che si confronta con la Gig Economy, in cui tutto sta diventando piatto come le piattaforme che la normano, di fatto, e che appiattiscono tutte le retribuzioni.

La generazione nuova, che si è affacciata in questi mesi imponendosi nel dibattito pubblico di tutto il mondo. Con un suo stile, sue parole, un suo modo di fare le cose e di rivendicare il diritto di volerle fare diversamente da chi l’ha preceduta.

Il 30 novembre, a partire dalle 10 del mattino, nel Centro Concetto Marchesi di via Spallanzani a Milano, ne parleremo, nella scuola di politica di Possibile.

Sarà la Generazione G a parlare. Le altre ascolteranno.

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