Voglio che vi guardiate intorno, e che troviate qualcuno che non conoscete. Magari qualcuno che non vi somiglia molto. Magari qualcuno di una religione diversa dalla vostra. Magari qualcuno che viene da un paese diverso. La domanda che vi faccio è: siete pronti a battervi per quella persona, che neanche conoscete, come vi battereste per voi stessi? Perché se siete pronti a farlo, se siete pronti ad amare, se siete pronti a battervi per un governo giusto, compassionevole, umano, se siete pronti a battervi contro il desiderio di Trump di dividerci, se siete pronti a battervi contro l’avidità e la corruzione delle elite economiche, se voi e milioni di altri siete pronti a farlo, non ho alcun dubbio che non solo vinceremo queste elezioni, ma che insieme cambieremo questo paese. Grazie a tutti!

Così Bernie Sanders, a New York, il ponte di Brooklyn sullo sfondo. E con Bernie, Alexandria Ocasio-Cortez.

Se posso, aggiungerei: «siete pronti a coinvolgere quella persona, a parlarle, a condividere con lei le vostre ragioni?». Perché questo è il senso di Firmamento, che ha già raccolto migliaia di adesioni (e di condivisioni). E non è un banale passaparola, è un percorso politico, a filo d’erba, tra le persone che condividono un desiderio, prima di tutto. Quello di cambiare le cose, insieme, sulla base di un progetto politico, non delle chiacchiere.

Cambiamo discorso. AOC ha ricordato che Bernie Sanders ha fatto battaglie dure su questioni centrali per la vita degli americani quando era impopolare farlo. Ecco, rendiamo popolari cose che non lo sono, di cui nessuno parla e quando ne parla, ne parla male.

Conoscenza e consapevolezza rappresentano ciò che manca, soprattutto se si tratta di clima e di disuguaglianze. Che per noi stanno insieme, di più: sono la stessa cosa. E la riduzione delle emissioni deve andare di pari passo, per noi, con la riduzione delle disuguaglianze.

Tutti, invece, a parlare di populismo e antipopulismo, in una conversazione che a furia di negare tutto, destituendo di senso ogni cosa, a partire dalle istituzioni, non rappresenta né la realtà, né le persone. Tutti sono anti, antianti, antiantianti. Una perenne fiction, in cui l’unica cosa che cambia sono i posizionamenti dei politici, perché tutto il resto è fermo, impalato.

La questione è, per esempio, raggiungere il prima possibile il 100% di energie rinnovabili, chiamando a raccolta tutte le energie possibili, per rendere efficiente un paese che non lo è, che dipende dagli altri. Per dare lavoro, per optare, per una volta, per una logica che non sia individualistica, ma abbia un orizzonte largo e capace di salvare il mondo e le persone, soprattutto.

La fine del mondo e insieme la fine del mese. Per ritrovare una missione, a cui tutti si sottraggono.

Per questo nessuno sta facendo niente. Non lo sta facendo il nuovo governo, non lo stanno chiedendo le 50 sfumature di verde che macchiano i discorsi di tutti i politici italiani da qualche tempo in qua. O si chiede quello, o si lavora per ottenerlo, o si lotta per pretenderlo oppure resteremo qui a guardare il Paese che muore un’Italia viva dopo l’altra.

Siamo quelli del 100 per cento. Più saremo, più sarà facile ottenerlo. E le firme servono a quello. E poi magari si vota, anche. E sarebbe triste non avere niente da proporre, di diverso da ciò che si vede.

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