Ringrazio Tpi e Giulio Cavalli per l’intervista e lo spazio che mi hanno concesso:

La scelta del pulmino elettrico è una provocazione visto che in Italia si parla molto di elettrico ma poi mancano le infrastrutture, le colonnine d’Ercole, come chiamo le colonnine di ricarica. Il mezzo del tour è già un messaggio: il viaggio è dedicato alle questioni climatiche che sono strettamente collegate al romanzo. Clima, cultura e innovazione. Andiamo a trovare persone che propongono anche qualche soluzione, al di là del giusto allarmismo. Sono persone che propongono ciò che si può fare in Italia per rendere tutto più credibile nella battaglia ai cambiamenti climatici ma anche per fare crescere l’economia del Paese.

Andremo anche nelle aree interne. Poi con un mezzo del genere inevitabilmente sei lento, devi fare molte tappe e quindi molti incontri. L’abbiamo allestito perché sia una biblioteca viaggiante per promuovere la casa editrice, i libri fatti finora ma anche i libri che leggiamo. A Bari, ad esempio, presenteremo il libro di Leonardo Palmisano per fare in modo che non sia solo un tour promozionale ma per spingerci a mandare un messaggio già largo: la cultura come valore non solo per le persone ma anche per la società.

Con l’ansia che il furgoncino si trasformi in una zucca, e uno studio meticoloso di ogni tappa dove ricaricarlo, il tour è pronto a partire. Presenteremo i nostri libri e i libri degli altri, all’insegna di ciò che scrive Giacomo Papi:

La cultura sono le strade su cui camminiamo, le case dove abitiamo, le parole che girano in bocca e che qualche altro umano, decine di migliaia di anni fa, chissà perché, ha inventato.

Spero di incrociarvi e che sia una bella storia da raccontare: le tappe le ho già elencate qui, altri dettagli seguiranno. Chi volesse partecipare, può farlo scrivendo a civati gmail com, come sempre.

Chi seguirà l’Antiorario Tour sappia che andremo piano, perché diffidiamo della velocità. Che passeremo per strade secondarie, perché non è la ribalta a interessarci. Che ci prenderemo tutto il tempo che serve per incontrare le persone e confrontarci con loro. Che abbiamo una colonna sonora di tutto rispetto, partendo da Home di Edward Sharpe & The Magnetic Zeros: «Home is wherever I’m with you».

E sappiamo che saremo accompagnati dalla solita storia. Il carretto passava e quell’uomo gridava: Civati, vai a lavorare.

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