Da giorni se aprite un quotidiano si fatica a trovare un articolo sulle elezioni europee. Come se non ci riguardassero. Come se fossero ininfluenti.

Nelle rarissime occasioni in cui se ne parla, poi, non si parla di progetti, di programmi, di grandi scelte, ma di piccole questioncelle locali, curiosità, previsioni strampalate.

Nel frattempo, sui social spunta l’argomento più stupido del mondo. Quello del voto utile. Un argomento che dimostra la totale vacuità di argomenti di chi lo sostiene, nasconde una fragilità terribile e porta pure sfiga (come si è visto in tutte le occasioni più recenti).

In compenso, la sua utilità stessa è in dubbio. A cosa serve un voto se non a contrapporre una grande politica ai cambiamenti climatici? A cosa serve un voto se ripropone le stesse formazioni e gli stessi canoni politici? A cosa serve se non propone un cambiamento radicale e efficace?

Risponditore automatico: a niente.

È il voto più inutile in assoluto: che non guarda ai prossimi anni e alle future generazioni. Che nega la questione climatica o la mette in fondo al programma (sempre che ce ne sia uno, di programma). Che non risponde non solo a Greta ma alle attese dei nostri ragazzi, di avere un mondo ancora vivo in cui vivere e un paese in cui farlo con dignità. All’interno di un’Europa che, parlando di clima, ritrovi se stessa.

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