Chiediamo a tutte e tutti voi di fare pressione sui rappresentanti nelle istituzioni perché anche in Italia succeda lo stesso. E di valutare la credibilità di chi risponderà, se risponderà, perché non siano solo promesse vuote.

Noi stiamo già rispondendo, anzi lo urliamo da ieri in avanti fino a perderci la voce e magari possiamo essere noi i vostri rappresentanti.

Non è vero che tutti i politici non si occupano del clima, non è vero che siano tutti uguali. Da anni attaccate ad alzo zero, giustamente, per l’inerzia dei gruppi dirigenti. Ora tocca a tutti noi suonare una sveglia, anzi, una sirena, fragorosa, come quella dei porti. È il momento che salti il diaframma tra competenza e politica e che ci si metta tutti in gioco.

Per il pianeta e per cambiare un sistema ingiusto che non possiamo più sostenere. Per i nostri figli.

Qui è in gioco la nostra sopravvivenza e, prestissimo, il benessere di miliardi di persone, anche di quelle che ora si sentono al sicuro e non vedono il pericolo. E si affidano ancora a chi lo nega, lo minimizza, lo sottrae all’attenzione del dibattito pubblico.

Un giorno ci chiederanno, i nostri figli e i nostri nipoti, che cosa abbiamo fatto. Ecco, dobbiamo avere una risposta seria da offrire loro.

Negli Stati Uniti e in altri paesi europei cittadine e cittadini, donne e molti uomini di cultura e di spettacolo accompagnano gli scienziati in questa denuncia. Prendono parola. E si schierano. Facciamolo anche qui. E facciamolo ora, perché non c’è più tempo.

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