Giovedì prossimo, il 2 maggio, uscirà in libreria per People un libro che ho curato personalmente e a cui tengo molto, perché considero le idee di Alexander Langer ancora di strettissima attualità, e credo che, se applicate oggi, potrebbero avere una portata rivoluzionaria.

In questi due passaggi del libro, che si chiama “Il piano Langer”, spiego perché.

«Non si tratta solo di considerazioni generali, culturali o prepolitiche. Per me Langer offre, anche al lettore di oggi, anche all’elettore sempre più disilluso, un punto di vista politico nel senso più pieno e vero del termine. Una proposta politica completa, tutt’altro che velleitaria o utopistica. Tutt’altro che minoritaria: perché anche se non è mai stato davvero preso sul serio, in una politica della ragion di Stato, del “si è sempre fatto così”, della concretezza fine a se stessa che si è rivelata puntualmente poco efficace, quello di Langer è un piano.»

«E, allora, più che il solito piano Marshall, che poi non arriva mai, ci vuole un piano Langer, per l’Europa. Per il pianeta, oserei dire.
Un piano che punti sull’innovazione, sulla mediazione, sulla biodiversità e, insomma, sulla qualità (perché è un problema di qualità, soprattutto). Una risposta che non guardi all’oggi, ma al domani e alla possibilità che un domani ci sia. E anche una risposta a ciò che vediamo, ai fantasmi che si aggirano per l’Europa e fanno spavento, per diverse ragioni, tutte pessime e pericolose.»

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