La questione è culturale. L’avete letto diverse volte sulle pagine di questo piccolo blog. E ho passato l’ultimo anno a occuparmene, ed è stato un anno bello e intenso.

Ho frequentato persone, idee e parole che mi hanno confermato che le cose più importanti stanno fuori dai dibattiti correnti e corrivi della politica italiana. Ho trovato più senso nelle pagine di Langer e negli appelli di Greta che in milioni di ore di dibattiti televisivi e social, pieni di propaganda, di trucchi, di truffe. Di cose insensate.

Le questioni, quelle vere, stanno tutte insieme, una dentro l’altra come in una matrioska. La figura, la bambola più grande è quella del clima. Anche se appare piccola (minuscola in Italia), è gigantesca. Dentro ci stanno tutte le altre, le disuguaglianze, le migrazioni, il nostro modello di sviluppo. E il baratro che si sta aprendo davanti a noi.

È per questo che troverete il mio nome nelle liste dell’Europa Verde nel Nord Ovest e nel Centro Italia (con Possibile per i Verdi europei, insomma). Per un paio di mesi darò una mano a una proposta di cambiamento radicale dell’Unione europea e del mondo (l’Unione europea a questo deve servire, a cambiare il mondo) e alla questione di cui tutti saranno presto obbligati ad occuparsi. Se non lo faranno, saremo spacciati.

Mi metto al servizio dei ragazzi che vogliono salvare il pianeta e che hanno già cominciato a salvare l’anima di tutti quelli che li ascoltano.

Alla testa della lista saranno ragazze speciali, favolose, perché come dice uno slogan bellissimo «tocca a loro»: come un candidato tra gli altri, in rigoroso ordine alfabetico, porterò avanti le cose di cui in questi mesi ho sentito parlare ovunque, tranne che nei salotti politici.

Non cerco un posto, ho avviato un’attività che proseguirà il suo lavoro, ma do il mio contributo perché l’Italia ha il dovere di diventare un posto migliore. E così l’Europa, di cui facciamo parte, per ragioni molto importanti, anzi, decisive.

Questo è quanto, per oggi. Ora esco. È venerdì. Passo a prendere Nina a scuola e ci vediamo in piazza.

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