La polizia libica non esiste, in Libia il controllo dell’ordine pubblico è affidato a formazioni, milizie di diversa gradazione: islamisti, non islamisti, banditi, canagliume puro che controllano il territorio, parte della capitale libica, dove ogni quartiere appartiene a una milizia, non alla Polizia di Stato. La Guardia costiera è un’invenzione […], la strada è stata aperta da Minniti quando è andato a fare accordi, legittimando dal punto di vista giuridico e politico persone che dovrebbero stare in galera per i reati menzionati nella sentenza della Corte d’assise di Milano. Perché coloro con cui ha fatto gli accordi per drenare l’immigrazione, gli stessi che ha incontrato Salvini nel suo secondo viaggio [25 giugno 2018], sono esattamente i capi del traffico, e sono i capi delle formazioni che controllano il territorio e anche un sedicente governo che non esiste di fatto. Il presidente libico della parte tripolitana è un fantoccio, dipende dalle formazioni di miliziani che hanno il controllo del territorio […]. In Libia hanno trasformato il traffico di migranti in un’attività imprenditoriale, ma l’imprenditore libico di questo orribile cosa è quello con cui abbiamo firmato noi – Repubblica Italiana fondata sul lavoro, sulla Resistenza e che altro – accordi scritti. La firma del ministro dell’Interno italiano con a fianco la firma di gente che dovrebbe essere processata per i crimini per cui è stato processato il cittadino somalo a Milano, che certo non è il capo dei capi, ma il classico Kapò che si poteva trovare ad Auschwitz o a Treblinka.

Dall’intervento di Domenico Quirico in occasione di «La stanza delle torture: i campi di raccolta di migranti in Libia», Torino, 4 luglio 2018, incontro organizzato da ASGI e dall’ordine dei medici chirurghi odontoiatri della Provincia di Torino.

L’attualità del male. La Libia dei Lager è verità processuale, a cura di Maurizio Veglio, Seb27, 2018, pp. 105-106.

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