Oggi in Europa e in particolare nelle grandi città la compresenza di persone di lingua, di cultura, di religione e spesso di colore della pelle diversa, sarà sempre meno un’eccezione e sarà sempre più una regola. Credo che noi dobbiamo dirci – se vogliamo un futuro amico – che abbiamo, semplificando, due scelte e le dico molto brutalmente: una scelta è quella che ultimamente è diventata famosa con il termine di «epurazione etnica» – ripulire ogni territorio dagli altri, rendere omogeneo, rendere esclusivo, etnicamente esclusivo un territorio, e quindi dire che chi non diventa uguale agli altri perché vuole coltivare la sua diversità o chi semplicemente viene cacciato da lì, cioè non gli viene neanche permesso di integrarsi, se ne vada, con le buone o con le cattive, fino allo sterminio.

 

Una possibilità è l’epurazione etnica e l’esclusivismo etnico, l’altra possibilità è quella che ci attrezziamo alla convivenza, che sviluppiamo una cultura, una politica, un’attitudine alla convivenza, cioè alla pluralità, all’ascoltarsi prima ancora che al parlarsi tra diversi, all’essere in grado di riconoscere che ogni luogo della terra, ogni nostro luogo a noi familiare non diventa meno familiare, meno amico a noi, se oltre a noi c’è anche qualcun altro.

Alex Langer, Assisi, 31 dicembre 1994.

Venerdì ne parlo a Reggio Emilia.

Alex Langer
  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti