Mai dire mais: il presunto popcorn è già andato di traverso. Rifare il verso, dileggiare, bullizzare e bullizzarsi: non è una grande idea, né una grande opposizione. Manca tutto o quasi. Manca un’analisi di ciò che è successo, manca una riflessione sull’eterno ritorno del diseguale e dell’ingiustizia sociale, manca una prospettiva.

Ecco, la parola è prospettiva. Perché per battere i cialtroni, non ci vuole il cialtronismo. Ci vuole il suo contrario. Non ci vuole il mais saltato, ci vuole un campo di grano che cresce. Ed è prima di tutto una scelta culturale. E solidale. E non è un caso che il proverbio più in voga di questi tempi sia che si sta raccogliendo ciò che si è seminato.

Soltanto se i progressisti saranno capaci di più inclusione sociale, di più rappresentanza democratica, di più concretezza e di una buona dose di coerenza, avranno qualche chance. Altrimenti è un piano inclinato e il paese è già scivolato via.

Non è un caso che si sia imposta quell’estrema destra, che il centro e la destra hanno lasciato correre in tutti i bar e in tutte le tv, perché fungesse da spauracchio per sostenere i moderati. E i moderati, invece, sono ora relegati a un piccolo centro, spaventato e senza idee. E l’estrema sta svuotando da dentro la forza del «né né», i negazionisti della destra e della sinistra, che negano la seconda per fare spazio alla prima, che chiudono porti e spalancano la sempiterna campagna elettorale del socio di maggioranza.

Ci vuole opposizione e ci vuole prospettiva, dunque, che si diano forza reciprocamente. Bisogna essere #antifa – come sosteniamo da tempo, prima che fosse ahinoi di moda – e insieme avanzare proposte, visioni, come quelle sulle quali Possibile, con Davide Serafin, ha lavorato per i «rider» troppo, troppo «easy» e non solo per loro. A cominciare da quell’Europa di cui tutti parlano, che pochi però frequentano, perché manca un «piano» che non sia una involuzione nazionalistica del nostro continente, per noi assolutamente perdente.

L’opposizione compatta chi non è d’accordo, la prospettiva consente di costruire qualcosa di più grande e di più condiviso.

Opposizione e prospettiva non sono l’una il contrario dell’altra, come scrive qualcuno, suggerendo di non replicare alle schifezze che provengono dal governo, che è nero di (mono)colore. La prima dà spazio alla seconda, la seconda dà respiro alla prima. E la rende efficace. In sintesi: non bisogna far passare le pessime cose che dicono e fanno loro e – nello stesso tempo, nello stesso ‘istante’ – bisogna trovare una propria proposta, in termini politici e progettuali.

Opposizione e prospettiva si nutrono entrambe di credibilità e, quindi, di veridicità. Perché non sembrino solo belle parole, semplicemente, non devono esserlo. Perché non sembrino finte, devono essere accompagnate da una riflessione su quanto fatto in questi anni, e devono essere pronunciate in modo credibile. E sentito, da parte di persone che se ne facciano carico. Parole e cose che, come Beatrice Brignone scrive oggi, devono essere messe tutte a disposizione di chiunque voglia parteciparvi.

Opposizione e prospettiva possono crescere insieme, devono crescere insieme. Chi non le coltiva entrambe, chi si limita ad aspettare lo schianto, finirà schiantato. E chi si indigna, come scrivevo qui, è venuto il momento che si organizzi e che si dia una prospettiva politica. Perché è uno di quei momenti.

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