Sì, dico a te. Che navighi nelle acque limacciose del web, dove i porti della dialettica e del ragionamento sono chiusi da tempo. Che ti indigni e magari provi quel senso di impotenza misto a estraneità totale. È il momento, il tuo, di prendere parte, di partecipare, di fare politica.

Perché siccome era «sporca», la politica, è stata lasciata in poche mani. Agli speculatori, ai giocatori d’azzardo, ai corrotti della parola. A chi strumentalizza tutto quanto, ai provocatori, ai bugiardi, agli stronzi. Che contano proprio sulla tua distrazione.

È tutto opaco, impreciso, volgare e spesso falso. La coerenza non è più una virtù, anzi: la furbizia dilaga.

C’è bisogno che tu dia una mano.

Ci sono organizzazioni politiche e associative e sindacali: scegline una, quella a te più congeniale. Non lasciar perdere, un giorno ti rimprovererai di non avere fatto nulla.

Leggi, studia, coltiva la memoria, metti in ordine le cose importanti. L’ignoranza non è mai un’opzione, l’indifferenza può fare male agli altri e anche agli stessi indifferenti, che se ne vantano. Oltretutto da soli – è dimostrato – non si va da nessuna parte.

Trova il tempo per farlo, non è sprecato.

Prendere parte non significa tifare, sprofondare nel fango, rispondere alle provocazioni: significa prendere l’iniziativa, progettare qualcosa di diverso, provare a mettere in discussione l’inevitabile, che non lo è mai. Sostenere le cause giuste, appassionarsi, ragionare e cercare di capire meglio le cose, prima di spiegarle agli altri.

Sono convinto che il tuo paese ne abbia bisogno e forse lo sai: ne hai bisogno anche tu.

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