Il principio su cui si basa tutta la burocrazia estone è una formula magica (soprattutto per noi, che siamo abituati a procedimenti kafkiani): «once only». Lo Stato ti chiede i tuoi dati e le informazioni che ti riguardano una volta sola. Poi li archivia e li mette a disposizione di tutti gli uffici e gli sportelli pubblici, per la quasi totalità dei rapporti che puoi avere (o anche solo immaginare) con la Pubblica Amministrazione. Una volta sola: la ripetizione è esclusa o affidata alle «macchine» ed è vietato pretenderla dal singolo cittadino.

Non si tratta di un principio astratto, scritto nei codici e inserito nei testi di legge e poi magari disatteso: si tratta di un fatto reale, concretissimo, quotidiano, un obiettivo che solo la digitalizzazione consente di raggiungere e che l’Estonia ha raggiunto.

C’è solo un caso in cui la formula «once only» si rovescia: e riguarda il voto elettronico, che in Estonia si chiama iVoting, sistema scelto da un terzo dei votanti che possono votare accreditandosi con la formula che usano per qualsiasi questione burocratica tocchi loro afforontare (gli altri continuano a votare in modo tradizionale, perché è rimasta la possibilità di farlo, come una volta).

Nel caso dell’iVoting vale un altro principio: «last vote counts». Ovvero tu puoi votare quante volte vuoi ma il voto che conta è l’ultimo che hai espresso. Questo consente di tutelare l’elettore da qualsiasi forma di condizionamento o intimidazione o voto di scambio. Tu puoi sempre cambiare il tuo voto, è l’ultimo voto quello che conta.

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