I fuori sede in Italia, secondo le stime, sono quasi due milioni di persone (1,5 milioni lavoratori, 300.000 studenti). Una regione intera, in cui ‘risiedono’ italiani che vivono in Italia ma che hanno minore possibilità di accesso al voto degli italiani all’estero.

Possibile ne ha scritto, grazie a Francesca Druetti: personalmente ho proposto di rivedere le stime attuali, che prevedono 10 milioni per i rimborsi parziali ai fuori sede rispetto a una spesa di circa 300 milioni, perché quella cifra sia triplicata e siano almeno raddoppiati i contributi per chi vuole votare e, per farlo, deve viaggiare.

Osservo con preoccupazione che sono pochissimi ad avere ripreso la questione, benché il governo si fosse impegnato a farlo (votammo un ordine del giorno, perché la legge elettorale, come ricorderete, era bloccata dalla fiducia, multipla).

Faccio notare che il messaggio è rivolto anche alle compagnie di trasporto, pubbliche e private: una forte promozione, superiore a ciò a cui siamo abituati, per quel fine settimana, sarebbe un segnale forte, democratico e civile, per consentire a tutte e tutti di votare. E di non astenersi, per ragioni economiche: se ci pensate, la peggiore delle discriminazioni possibili, in campo elettorale.

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