C’è sempre un’alternativa. Un’altra possibilità. Vogliono sempre farci credere il contrario per farci accettare le scelte peggiori.

Andrea Pertici ha sintetizzato in un tweet l’intera legislatura.

Una legislatura-vergogna che ha visto l’approvazione di una riforma costituzionale che è stata bocciata dai cittadini e di una legge elettorale votata con fiducia e dichiarata incostituzionale. Il merito pessimo delle soluzioni individuate ha trovato perfetta corrispondenza nel metodo e nel modo con cui sono state approvate. Quando misero la fiducia sulla legge elettorale sembrava una cosa enorme, ma siccome non era abbastanza enorme l’hanno rimessa, due volte, tra Camera e Senato, per il Rosatellum.

Questa volta al Senato, dove la sinistra voterà contro, Tocci e altri parlamentari del Pd non parteciperanno, mentre la maggioranza potrà contare sull’inesausto Verdini e la comprensione di Berlusconi e Salvini.

Dicono che non c’era più tempo, quel tempo che loro hanno sprecato, perché l’Italicum fu votato definitivamente due anni e mezzo fa, nel 2015. Solo che – piccolo particolare – era incostituzionale nel suo elemento centrale, il mitico ballottaggio.

Ora chi ha sprecato tempo e occasioni dice che proprio perché non c’è più tempo ed è l’ultima occasione. Non si può fare altrimenti, dicono, proprio quelli che hanno escluso gli altrimenti.

Vittime del Tina, del «non ci sono alternative», espressione ovviamente riferita a se stessi, e infatti hanno fatto una legge che non consente la piena libertà del voto, che comporta un meccanismo bloccato, sia all’interno delle liste, sia nelle coalizioni insincere che formeranno (ogni lista conserverà il proprio programma e il proprio capo), sia nel sistema che le lega – bloccandole – all’uninominale.

L’emergenza serve solo per respingere tutto il dibattito e tutti i possibili miglioramenti di una legge pessima, a cominciare dal voto disgiunto e separato che avrebbe consentito di renderlo libero e da meccanismi di selezione dei parlamentari più trasparenti, dalle primarie per legge alle preferenze, perché non sia già tutto deciso.

Dal Tina al Tinellum, insomma. La degna conclusione di una legislatura così: e con quest’ultimo atto, qualcuno ha fatto di tutto perché la prossima le assomigli.

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