Finalmente ieri dopo giorni e giorni, il presidente della Regione Lazio è intervenuto per dichiarare che non si deve fare speculazione politica sui rifiuti a Roma, come il suo partito invece sta facendo, copiando toni e modalità dei grillini che governano la città.

Ne ha scritto opportunamente Giulio Cavalli e non aggiungo altro. Se non che c’è una questione che va rilevata, per l’ultima volta, una volta per tutte: che poi ci si arrangi, anche.

Se il sistema si mette a scimmiottare le forze antisistema, in realtà, le fortifica e non le indebolisce affatto. Così dalla gigantesca scopa berlusconiana di dieci e passa anni fa, al Circo Massimo ripulito dai 5 stelle in polemica con la Giunta precedente, alle magliette gialle (ma poi perché gialle?) bisogna provare a cambiare discorso e strategia. Perché le istituzioni sono una cosa seria e non vanno mai (MAI) piegate alla propaganda. Perché i cittadini chiedono efficacia e rigore, non parole al vento, selfie con i rifiuti e il cassonetto differenziato tipo gli Elii. Che poi dove li metti i rifiuti, se non puoi trasformarli e conferirli da qualche parte? Domanda stupida, certo, e però di una qualche rilevanza, se il problema è proprio quello.

Perché, regola numero uno, se si dimostra che il sistema non funziona a guadagnarci saranno sempre le forze antisistema. Che non perdono voti, nemmeno quando tocca a loro governare, ma sguazzano nell’atmosfera per cui tutti puntano sul crollo di fiducia verso le istituzioni.

Se qualcuno pensa che attaccando Raggi e indossando magliette gialle si riesca a ridurre l’influenza del sentimento che fa vincere lo schieramento di Raggi (e non solo), quindi, si sbaglia.

L’unico antidoto è governare bene. Con trasparenza. Prendendo le distanze con nettezza da tutti coloro che si sono cibati di rifiuti fino a ieri. Proponendo soluzioni e incalzando chi governa perché rispetti gli impegni presi.

Certo, Raggi ha perso quasi un anno, sul punto, dimostrando un’impreparazione allarmante, sbagliando nomine e incarichi, in uno inquietante guazzabuglio che fa pensare che Roma sia eterna perché non cambia mai. Però chi governa il Paese e la Regione non può scaricare barile e cassonetto. Non solo perché è sbagliato, ma perché favorisce proprio chi crede che si debbano mandare tutti a casa, senza fare distinzioni né valutazioni complesse.

Nell’epoca del rifiuto (in tutti i sensi), vince chi rifiuta più forte, come ho già avuto modo di scrivere qualche settimana fa. E chi governa e fa da argine al populismo (meglio sarebbe dire alla demagogia), dovrebbe preoccuparsi di arginare prima di tutto la demagogia che invece sembra continuare a coltivare.

Perché se il sistema fa l’antisistema con la maglietta, l’antisistema ha già vinto, perché si è impadronito di tutto quanto. Frigoriferi, cassonetti, topi e cinghiali compresi.

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