Non ci piacciono le polemiche, né chi strumentalizza le emergenze.

Non ci piacciono quelli che fanno i fenomeni per procurarsi consenso sull’onda delle emozioni, sia che stiano al governo (ed è successo) sia che stiano all’opposizione (e succede in queste ore).

Ciò non significa che non stiamo annotando ritardi, problemi, responsabilità, come abbiamo fatto nelle settimane precedenti, anche quando di terremoto non si parlava già più, quando le telecamere seguivano altro, ma vorremo discuterne quando le persone saranno state messe al sicuro, le strade liberate, gli allevamenti salvati, in un confronto serio e documentato.

Ora ci vogliamo concentrare su ciò che possiamo fare, con interventi mirati e il coinvolgimento di tutti coloro che costituiscono la comunità di Possibile.

Beatrice Brignone se ne sta occupando in Parlamento e nella sua regione, colpita ancora dagli eventi di questi giorni, così come il confinante Abruzzo, e noi con lei.

Vorremmo che tutti quelli che per prendersi un titolo dicono che si impegnano in una grande strategia antisismica per i prossimi decenni, dopo avere in molti casi trascurato la questione ambientale per decenni, lo scrivano nel loro programma elettorale e mantengano le promesse che fanno ora, per procurarsi un applauso mentre tutto è congelato.

Vorremmo che tutti quelli che esagerano con le promesse e con le provocazioni, si rendano conto che gli appelli alla sobrietà riguardano prima di tutto proprio loro.

Così, per la prossima volta ci risparmiamo entrambi gli atteggiamenti, sostenendo quella classe dirigente diffusa alle prese con tende, pale, pasti caldi, anziani da ricoverare, collegamenti da ripristinare.

Ora facciamo ciò che è possibile e giusto.

Il post di Beatrice con la nostra mobilitazione.

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