Una promessa l'hanno mantenuta: dicevano che avrebbero lasciato la politica. E lo hanno fatto. Hanno lasciato la politica per optare, ancora una volta, per il potere. A cui non riescono a rinunciare, nemmeno per un po', nemmeno se è consigliabilissimo farlo in certi passaggi.

Hanno lasciato la politica, hanno dimenticato la sostanza, hanno trascurato le parole e i modi.

Parlano di unire la sinistra, dopo averla divisa (e averla divisa da se stessi) e dopo aver diviso il Paese, come non era mai capitato. Sulla Costituzione, oltretutto.

Parlano di sconfitta, ma la imputano ad altri, insultando chi hanno escluso dalle decisioni. Prima rinunciano alle persone e alle loro storie, poi le canzonano, poi danno loro la responsabilità degli errori che commettono.

Parlano di alternative che non ci sono, e poi dicono che bisogna votarli per paura delle alternative. Che quindi ci sono. Incredibile.

Parlano di stil novo e come già nel 2014, quando evocai Rumor, ritroviamo modalità archeologiche, da governi fotocopia inizio anni Ottanta, con ministeri che ritornano da chissà dove per dare ospitalità ai più fedeli.

Parlano di leggi elettorali che non vanno più bene per colpa degli elettori (!), quando le hanno votate per una Camera sola con la fiducia (triplice), riproponendo la stessa logica della legge dichiarata incostituzionale tre anni fa. Il 4 dicembre 2013. Una data che ritorna.

Parlano di tutto, dappertutto. Erano certi di vincere facile, poi hanno perso male. Nel frattempo hanno occupato tutte le posizioni di potere, tutte le trasmissioni, tutti i luoghi di visibilità, confondendo le istituzioni con se stessi.

Parlano di un congresso già vinto, anche quello pensato come un plebiscito, perché squadra che perde non si cambia, e non si cambia nemmeno l'atteggiamento di arroganza e superficialità.

Sì, hanno lasciato la politica. Ad altri. E quando distruggi il centrosinistra, è probabile che siano gli altri schieramenti a giovarsene. A meno che non si cambi passo subito, senza i tatticismi di chi non è d'accordo, ma si adegua. Senza una vera e propria strategia, solo per inerzia. A meno che non si rompa davvero, per fare altro. Politica, per esempio. Che non è solo potere. È cultura. È rappresentanza. È senso della realtà. È cura delle persone. E del loro voto.

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