Il premier, dopo il referendum sulle trivellazioni in mare promosso dalle Regioni, le attacca dicendo che devono pensare “ai depuratori”. Ma forse intendeva dire ai “senatori”?

Infatti il governo – come noto – ha imposto (complice la maggioranza parlamentare che lo sostiene) una revisione costituzionale con un Senato in cui 95 senatori saranno eletti dai consigli regionali al loro interno (per 74 unità) e tra i sindaci della Regione (per le rimanenti 21).

È vero che in compenso ha loro tolto diverse competenze legislative o anche tutte quando il governo stesso ritenga che ci sia in gioco un non meglio precisato “interesse nazionale”, ma ha dato loro la possibilità di bloccare molte leggi, di richiamarle tutte e ha lasciato loro (forse questo gli è sfuggito) la possibilità di chiedere i referendum abrogativi.

Quando si dice la coerenza.

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