Quando, era Ferragosto del 2014, parlò di abolire l’articolo 18, tutti dissero – a cominciare dal premier – che si trattava di un’uscita balneare. Un mese dopo iniziarono a lavorare per abolire l’articolo 18. E il Jobs Act piacque tantissimo a Sacconi, Formigoni e, insomma, alla destra.

In autunno fu presentato lo Sblocca Italia, scritto da Lupi (Incalza docebat) e tutti esclamarono: sembra la cartina di Berlusconi chez Vespa, è una cosa di Alfano. Non passerà così. Poi passò così.

Quando lo scorso anno parlò per la prima volta di alzare il limite del contante, qualcuno disse: è un’idea di Alfano, il Pd nel programma diceva il contrario. Poi alzarono la soglia.

Lo stesso accadde con le tasse sulla casa per i benestanti: idea di Berlusconi e Alfano, che la imposero a Letta, tra le critiche dei renziani (e anche mie, allora), tornò d’attualità perché proposta dal premier. E divenne legge di stabilità.

Quando disse che il Pd esagerava sulla Cirinnà, tutti dissero: povero Alfano, Renzi tira dritto. E poi passò l’idea di Alfano.

(Continua…)

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