L’ambiente è forse la voce più penosa nel lavoro di questo governo (è una bella gara, per la verità).

Se un governo fallisce con l’ambiente, fallisce con il futuro.

E la tristissima vicenda del boicottaggio del referendum, collocato nella prima data utile (così da limitare al massimo la campagna di informazione) e lontanissimo dalle Amministrative (così da limitare al massimo la partecipazione), la dice lunga sul modello ecologico (c’è un’ecologia della politica, anche) che l’esecutivo vuole proporre (che poi è quello di sempre, molto vicino al solito ai governi della destra).

Si buttano a mare 300 milioni, si butta a mare la partecipazione, si butta a mare la democrazia e si butta a mare anche il mare, dal momento che non si chiude del tutto la questione trivelle, avversata da gran parte delle amministrazioni guidate dal segretario premier trivellatore.

Perciò, anche se si tratta di una missione impossibile, la campagna si farà. Per raccontare un’Italia diversa, che abbia un modello di sviluppo innovativo, che sappia liquidare le fonti fossili che la rendono dipendenti da tutti (anche dai regimi che tanto ci dispiacciono), per una vera rivoluzione che proprio dall’ambiente deve ripartire.

Qui trovate la proposta che abbiamo avanzato con Green Italia a tutte le forze associative e politiche.

Contro gli sprechi (parola italianissima e tanto cara a questo governo) per un progetto di Paese che unisca l’utile (il moltiplicatore economico di scelte innovative può essere altissimo) al bello e al sostenibile (per noi e per chi verrà dopo di noi).

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