Miguel Gotor, ennesimo nuovo leader della minoranza, mi attacca, oggi, per difendere la propria incomprensibile posizione.

Dice che se si esce dal partito lo si fa sulla base di una decisione «collettiva» e non in modo «sgangherato» e «narcisistico» (letterale).

Ora, Gotor parla a nome e per conto di Bersani e dei suoi sostenitori e vorrei chiarire una volta per tutte alcune cose, senza usare parole insultanti come purtroppo anche loro si sono abituati a fare (attaccando anche altri, del loro mondo, che se ne sono andati, peraltro).

Primo: la decisione collettiva per i bersaniani è stata quella di votare tutto quello che proveniva dal governo. Compresa la riforma costituzionale. E di votare sì anche al referendum, come continuano a spiegare, in un mare di «se» e «ma». Quindi, è vero: ragionano collettivamente. Facendo la cosa sbagliata.

Secondo: se siamo usciti in pochi, non è perché abbiamo voluto fare da soli (argomento del narcisismo), ma per un'ovvietà: gli altri non volevano uscire. Né dal partito, né dal governo, dove i bersaniani occupano posizioni importanti e nessuno ha mai fatto una piega su quanto stava combinando il governo di cui facevano e fanno ancora parte. Peraltro, segnalo, ho rinviato una decisione che in cuor mio avevo già preso da tempo proprio per aspettare altri. Prendendomi del pirla, nella speranza che ci fosse qualcuno che come me non votasse cose contrarie al programma (presentato dai bersaniani nel 2013). Tradendo la propria gente.

Terzo: quando decideranno di uscire, sarà troppo tardi. Anzi, sarà troppo tardissimo. E sinceramente a me non interessa più l'argomento, né penso che dovremmo (parlo al plurale, perché ci sono altre persone che la pensano così, collettivamente) avere molto a che fare con loro. Del resto, nel Pd, la nostra posizione non era conciliabile con quella di Renzi, ma non era meno critica con le scelte degli altri (che avevano governato il partito, con un bel po' di arroganza). Per questo avevamo presentato una mozione (sostenuta da pochissimo ceto politico, quando loro ne avevano a pacchi) che in metà del Paese ha preso più voti di loro. Sarà stato per via del narcisismo collettivo di un botto di gente, che ne dite?

Quindi, senza polemica: quando uscirete, se mai lo farete, noi non saremo là ad aspettarvi, perché stiamo facendo un altro percorso. Che richiede che chi ha votato certe cose, le ha sostenute, è rimasto al governo, ha deciso di prolungare la legislatura fino all'approvazione di pessime riforme, non ci rappresenti. E abbiamo preso un'altra strada, che è molto lontana dalla chiacchiera politica dei pastoni dei giornali, ma anche dalla cultura politica e dal tatticismo esasperato (fino al non senso) che vediamo ancora in azione.

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