Leggo che il governo avrebbe deciso di spostare la riduzione dell’Ires, cambiando per l’ennesima volta la propria politica fiscale, per finanziare sicurezza e cultura. A ogni conferenza stampa, una svolta: e a ogni svolta, una novità che ricorda tanto quello che il centrosinistra ha sempre contrastato.

Vi ricordate quando si metteva in croce Tremonti per gli interventi a pioggia, i tagli lineari, le social card?

Si diceva, allora, che ci voleva la progressività, l’intervento strutturale e non la mossa elettorale, la misura e non la regalìa.

Ecco, ora si sostiene con allegrezza l’esatto contrario. Si estendono gli ottanta euro a prescindere dal reddito familiare e del patrimonio, se ne danno 500 da rendicontare senza aggiornare il contratto e senza considerare quanti soldi si devono ai dipendenti pubblici.

E con i 500 euro di bonus ai diciottenni (anche ai diciottenni che vivono in famiglie che di euro ne hanno ben più di 500, vero?) siamo al peronismo, nel senso della birra, però. E della confusione totale tra cose serie e spot. In questo caso, per il primo voto. Del resto, a 18 anni si inizia a votare, guarda caso.

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