Vi scrivo per ringraziarvi,

perché quello che state facendo lo state facendo anche per me, anche nel mio nome, perché in voi mi sento rappresentato più di quanto lo sia mai stato da vent’anni.

Perché sono nato sulle coste dell’Adriatico e non voglio veder sorgere il sole sul mare dietro una trivellatrice, in mezzo a sbarre di ferro, come se all’alba mi svegliassi prigioniero in una cella.

Perché nel campo della scuola e del lavoro e dei diritti elettorali ci hanno fatto dimenticare a poco a poco quello che eravamo, quello che avevamo, finché è diventato facile anche togliercelo – perché siamo destinati a perdere tutto quello per cui non siamo pronti a lottare.

Perché i referendum sono l’esame di coscienza di una nazione, e la rendono più unita, più forte – e la fanno finalmente riconoscere davanti a se stessa.

Vi scrivo per ringraziarvi, perché mi fate sentire ancora vivo. 

Uno che ha firmato

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