Care Possibili e cari Possibili, cari amici che si sono aggiunti in queste settimane,

siamo al rush finale. L'ultimo weekend è stato strepitoso, in molte città si sono raccolte più firme di tutte le settimane precedenti messe insieme. Basilicata sempre in testa, Cagliari record (si parla di più di settemila firme), a Senigallia hanno fatto il botto di mille firme in tre giorni), al Nord si fatica di più ma i risultati si vedono anche nelle province più sperdute. Da Aosta (che si avvia a raggiungere l'obiettivo) a Ragusa (che lo ha superato) si cresce ogni giorno di più, costringendo tutti noi a rifare i conti continuamente.

I referendum più gettonati sono quelli che riguardano le trivelle e la buona scuola, nell'ordine.

Si diffonde il messaggio referendario dove non c'era alcun raccoglitore, si muovono le città di provincia (su cui personalmente punto tantissimo), a Milano, Roma e Torino la raccolta è a pieno regime.

Per raggiungere l'obiettivo serenamente (aggettivo da adottare con cautela) dobbiamo intensificare le forze. Ancora.

Ogni città capoluogo può promuovere un banchetto tutti i giorni dalle 18 alle 21 e per tutti i due giorni del fine settimana. Ora le firme sono più facili da raccogliere e la 'resa' dei banchetti è alta, grazie al fatto che finalmente le tv ne hanno parlato. Eh, già. Un mese e mezzo senza tv e quasi senza giornali non ha aiutato. Ma proprio per questo ora dobbiamo esserci, perché le persone ci vengono a cercare.

Nel frattempo si devono consegnare ai Comuni i moduli per la certificazione finale e organizzarsi per farli avere a Roma. I moduli del fine settimana vanno portati in Comune lunedì mattina, avendo informato in precedenza l'ufficio elettorale per apporre i certificati dei firmatari. Tra lunedì sera e martedì mattina si può raggiungere Roma a spese del comitato nazionale.

Nei Comuni la raccolta terminerà quasi dappertutto mercoledì, dopodomani. Affrettatevi a firmare, perché poi dobbiamo ritirare.

A questo proposito, proprio mercoledì mattina organizziamo – dovunque si può – un volantinaggio davanti al Comune e la raccolta diretta delle firme che sono presenti in municipio, così da ridurre tempi e confusione sui moduli da inviare.

Sabato poi sarà la giornata delle Referendarie, ovvero delle elezioni sulle 'cose', in cui lo sforzo deve essere massimo. Una firma (gratuita, eh) per cambiare. E per tornare a votare.

Considerate che per ovvi motivi bisogna concentrarsi sui residenti (del Comune e dei Comuni limitrofi), di cui sarà più facile recuperare in Comune i certificati elettorali.

Oltre al Comune capoluogo dobbiamo fare in modo che si muovano anche i Comuni della provincia. Dove abbiamo un centro di raccolta, questo deve mobilitarsi esattamente come il capoluogo. Anche uno o due centri per provincia fanno la differenza. Se non avete l'autenticatore, chiamate un notaio: chi l'ha fatto ha sempre trovato persone disponibili e a titolo gratuito, che non guasta. I notai sono più disponibili dei politici, pensa te.

Chi volesse aggiungersi, in una campagna tipo Ikea, può scrivere a me o al comitato: [email protected] e [email protected]

In più, tutti i Comuni dove esiste un autenticatore (un consigliere comunale o gli altri autorizzati) possono avviare raccolte anche senza banchetto, porta a porta, che danno risultati notevoli senza particolari sforzi organizzativi. L'importante è che ci sia un autenticatore ad accompagnarvi.

Alcuni si sono mossi soltanto nell'ultimo weekend: ora devono insistere. E possono letteralmente raddoppiare e triplicare il risultato.

So che è uno sforzo micidiale ma non possiamo non crederci fino in fondo.

Da ultimo molti dirigenti di forze politiche di sinistra e sindacali non hanno firmato: è legittimo, come è legittimo che altri abbiano fatto il contrario. Nessuna polemica da parte mia, anche perché molti elettori delle forze politiche di sinistra e iscritti al sindacato hanno firmato e fatto banchetti. Da parte mia, lo ripeto, solo un grande ringraziamento a chi ci è stato e a chi magari cambia idea nelle prossime ore.

Sempre vostro, affezionatissimo,

pippo

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