Leggete qui: c’è il miglior commento a queste ore. È tedesco e del 2012.

Per il resto, segnalo che non si può stare con Tsipras e nello stesso tempo contro di lui.

Sia se si esulta, come fa il Foglio, perché il compromesso è doloroso per i greci (chissà cosa c’è da esultare). Sia se si dice: viva Tsipras ma speriamo che sia bocciato in Parlamento.

Chi è mancato non è il premier greco, ma possiamo dire tutti gli altri o quasi. Le intenzioni erano sostanzialmente punitive e la reazione scomposta al referendum anche di alcuni leader socialdemocratici (a cominciare da Schultz) si è materializzata nell’approccio degli ultimi giorni.

Va detto e ribadito che un’Europa così non va molto lontano, perché non c’è che il potere di una sua parte (tanto che Draghi sembra l’unico politico presente in sala) e anche perché la vera questione è rinviata: quella della condivisione di una parte del debito, perché si possano liberare le risorse per pensare al futuro.

Così non si sbloccherà proprio niente. Né per la Grecia né per tutti gli altri. E limitarsi a dire che non è un derby (espressione già frequentata in occasione del referendum) non aiuta molto, diciamo, a far valere una posizione diversa.

Per concludere i commenti di Emma Bonino e Romano Prodi, rispettivamente.

Malgrado anche stavolta si sia riusciti in extremis a mettere un cerotto, rimane il problema di fondo: se non si trova il coraggio di riformare la governance economica europea – cosa che secondo me dovrebbe portare alla creazione degli Stati Uniti d’Europa – si rischia anche nei prossimi mesi di passare di crisi in crisi, di cerotto in cerotto, anche su problemi al momento non insormontabili, come quello dell’immigrazione. Una riforma in senso federale che vinca le resistenze nazionali – ancora forti in paesi come la Francia – è necessaria per rilanciare la crescita in Europa e il suo ruolo a livello internazionale.

L’accordo, come avevo ripetutamente previsto, è arrivato. Si è evitato il peggio ma non il male. Il male per una Grecia umiliata e un’Europa incapace di iniziativa, di leadership e di solidarietà. Si sono perduti anni in farisaiche trattative e confronti. La Grecia è devastata e l’Europa di oggi, se non cambia, non potrà preparare l’Europa di domani.

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