La cifra totem è 35 euro. I soldi che, stando alla disinformazione incendiaria che circola nelle periferie arrabbiate, andrebbero ogni giorno in tasca agli immigrati. In verità si tratta dello stanziamento che il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) ha previsto. «Il 99 per cento di questa somma» spiega Laura Famulari, nella sua stanza di assessore al sociale del comune di Trieste, «resta nell’economia locale». Sul tavolo ha una relazione aggiornata che dettaglia la destinazione media del denaro pubblico: 13,50 euro per l’alloggio (dai 4 negli appartamenti ai 19 negli alberghi, l’ultima spiaggia), 8,50 per il vitto, 9,50 per il personale, 1 per la pulizia e infine 2,50, la vera diaria per piccole spese. L’idea di lucrare sui disperati appare esotica: «Noi scongiuravamo che non ci mandassero troppe persone da Mare Nostrum perché ne avevamo già troppe». Mentre Luca Odevaine, altro imputato in Mafia Capitale, chiede di spedirne a Roma dieci volte di più, da 250 a 2500. Generoso, con gli amici.

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