Ne ho già parlato qui. Mi permetto di ricordarlo a chi si trova da quelle parti. E non solo.

Il libro di Max è terribile e dolcissimo, i suoi pensieri volano e fanno venire in mente il viaggiatore delle stelle di Jack London, nel desiderio di raggiungere la Sierra Leone e i suoi bambini, l’amicizia e l’amore: un libro incredibilmente pieno di vita, senza troppa retorica, senza tante storie, eppure scritto in un dramma inconcepibile, che dovremmo soltanto rispettare. E liberare, come Max ci chiede di fare.

Perché nessuno ha il diritto di dire che cosa Max deve pensare di sé e della sua vita, della malattia che lo ha travolto, del come, del quanto, del quando. E lui, potesse ancora farlo, alzerebbe un dito medio a chi gli vuole imporre così. Con un sorriso. Liberatorio.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti